Storia della Russia, capitolo IX: Guerra Patriottica e vittoria su Napoleone

Al nuovo Zar Paolo I, figlio di Caterina la Grande, piaceva mostrare il suo potere in ogni circostanza. Arrivò ad ordinare che chiunque incontrava per la strada un membro della famiglia reale dovesse fermarsi e inginocchiarsi prima di poter ripartire. Questi suoi atteggiamenti suscitarono ben presto malcontento tra nobiltà ed esercito, nonostante il successo della campagna militare nel Nord Italia contro i francesi del 1798. Ossessionato dal timore di complotti nei suoi confronti, Paolo I fece costruire un castello come sua residenza privata. Malgrado questa precauzione una notte venne aggredito e strangolato da ufficiali della Guardia Imperiale. Ufficialmente dichiarato morto a causa di un colpo apoplettico, fu sostituito dal figlio primogenito Alessandro che venne proclamato Zar nel 1801.
Alessandro I e l’eredità di Caterina la Grande
Alessandro I riprese in parte l’orientamento innovatore di Caterina la Grande. Egli interpretò gli eventi della Rivoluzione Francese come il segnale che occorrevano dei cambiamenti nel modo di governare per non rischiare di far precipitare il paese nel caos generato da eventuali rivolte. Pertanto si adoperò nel riformare l’apparato statale istituendo i Dicasteri (ministeri) ed il Consiglio di Stato, un organo consultivo nel quale venivano discusse le leggi prima che lo Zar prendesse una decisione a riguardo. Fece aprire nuove università a Kazan e Kharkov e sotto il suo regno avvennero la prima circumnavigazione russa del mondo e la scoperta dell’Antartide.
Guerra Patriottica contro Napoleone
Nel 1805 la Russia si unì a Inghilterra, Austria, Prussia e Svezia nella coalizione anti-napoleonica che mirava a frenare la travolgente avanzata dell’Imperatore francese Napoleone Bonaparte. Dopo le rapide sconfitte dell’esercito asburgico e di quello prussiano, Alessandro I strinse un accordo di pace con la Francia. Ma la tregua durò poco e nel 1812 Napoleone, che ormai controllava praticamente tutta l’Europa, cominciò l’invasione della Russia. Al tempo l’Impero Francese poteva contare su una netta superiorità sia in termini militari, 400.000 soldati contro i 200.000 russi, che di produttività, avendo un’economia commerciale e industriale molto più avanzata rispetto a quella ancora prevalentemente agricola della Russia.
Inizialmente le truppe napoleoniche avanzarono con facilità guadagnando rapidamente terreno. La prima importante battaglia combattuta a Borodino fu una carneficina con oltre 100 mila morti in una sola giornata, definita dallo stesso Napoleone come “la più terribile delle mie battaglie”. Alla fine i francesi ebbero la meglio e riuscirono ad arrivare fino a Mosca che era stata però velocemente evacuata di tutti i suoi abitanti. Isolato, privo di sufficienti mezzi di sostentamento per il suo esercito e con l’inverno alle porte, Napoleone fu costretto ad abbandonare la città e a ritirarsi. Moltissime furono le perdite tra i soldati francesi per malattie, freddo, fame o imboscate di cosacchi e contadini russi.
Congresso di Vienne e restaurazione conservatrice
L’esito di questo conflitto cambiò radicalmente gli equilibri di potere in Europa. L’esercito russo infatti non si fermò alla liberazione dei propri territori ma proseguì la sua marcia verso Occidente ricomponendo la vecchia coalizione anti-napoleonica, di cui adesso rappresentava la guida, e sconfisse ancora le forze francesi nella famosa battaglia di Lipsia nel 1813, avanzando poi fino ad entrare a Parigi.
Durante quella che passò alla storia come la ‘Guerra Patriottica’, la Russia perse circa 1,5 milioni di persone. Ciò nonostante non era mai stata così potente come in quel momento. Alessandro I venne definito ‘il salvatore dell’Europa’ e con il Congresso di Vienna del 1814, che ridisegnò la mappa del potere in Europa, acquisì anche il titolo di sovrano della Polonia. Insieme a Austria e Prussia, l’Impero zarista formò nel 1815 la Santa Alleanza per combattere i movimenti liberali e anti-monarchici in tutto il Vecchio Continente.
A questa svolta conservatrice dello Zar fece da contraltare il diffondersi di idee progressiste tra gli ufficiali russi di rientro in patria dalla campagna militare nell’Europa centrale. Cominciarono a formarsi società segrete con l’obiettivo di rovesciare la monarchia.