Storia della Russia, capitolo VIII: la zarina Caterina la Grande

L’azione di governo della zarina Caterina II è stata senza dubbio influenzata dagli ideali dell’Illuminismo che dalla Francia si stava diffondendo in tutta Europa. Ciò nonostante nei primi anni del suo regno più che sulle riforme fu impegnata in politica estera.
Spartizione della Polonia e conquista della Crimea
Nel 1764 Caterina II appoggiò la nomina come sovrano di Polonia del suo ex-amante Stanislao Poniatowski ma nel 1768 a causa delle proteste anti-russe scoppiate nel paese fu costretta a inviare l’esercito per ristabilire l’ordine e finì per accettare la proposta di una spartizione con Prussia e Austria dei territori polacchi.
Nello stesso periodo l’Impero Ottomano dichiarò guerra alla Russia che però ebbe la meglio nel confronto conquistando la Crimea, avanzando nei Balcani e costringendo i turchi ad una pace incondizionata nel 1774. La sovranità sulla penisola di Crimea era molto importante poiché rafforzava di molto la posizione russa nel Mar Nero e rappresentava una forte barriera difensiva nei confronti delle scorribande tatare ai confini meridionali dell’Impero.
La sconfitta del falso Pietro III ed il tentativo di rivoluzione del sistema giudiziario
I problemi per Caterina II però non arrivavano solo dall’esterno ma anche dall’interno. L’ex-tenente Ivanovic Pugacev spacciandosi per il defunto Pietro III riuscì a crearsi un seguito di cosacchi e contadini con i quali prima assediò la città di Orenburg e poi conquistò l’importante città di Kazan prima di essere sconfitto e ucciso nel 1775 dall’esercito zarista.
In politica interna Caterina la Grande cercò di realizzare una importante riforma del sistema giudiziario, che versava in uno stato di forte confusione con centinaia di decreti che talvolta si contraddicevano l’uno con l’altro. Ispirandosi ai principi del filosofo italiano Cesare Beccaria cominciò a scrivere un documento, chiamato ‘Istruzioni’, contenente quelle che avrebbero dovuto essere le linee guida della riforma. Si affermava che la Russia era una monarchia e non un regime dispotico e l’azione di governo doveva essere basata sul diritto e non sulla volontà arbitraria del sovrano. Allo stesso tempo però veniva chiarito come un Impero delle dimensioni di quello russo avesse bisogno di un monarca assoluto per poter essere governato senza cadere nel caos. Il documento fu pubblicato e distribuito in tutto il paese e l’Imperatrice convocò una commissione legislativa, composta da rappresentanti di tutte le classi sociali eccetto i servi della gleba, per discuterne. Alla fine però finì tutto in un nulla di fatto anche a causa dello scoppio della guerra con l’Impero Ottomano.
Istruzione, cultura e secolarizzazione
Lettrice appassionata di Montesquieu e Voltaire, con il quale intrattenne una decennale corrispondenza epistolare, Caterina la Grande, in linea con il pensiero illuminista dell’epoca, riteneva istruzione e cultura capisaldi fondamentali per lo sviluppo della società. Pertanto sostenne economicamente lo sviluppo delle università di Pietroburgo e Mosca, inaugurò la prima scuola femminile e istituì un sistema scolastico in tutte le province dell’Impero raddoppiando il numero di scuole nel giro di pochi anni. Dal punto di vista culturale fondò una società per la traduzione di opere letterarie straniere, autorizzò la stampa privata e riorganizzò l’Accademia di Belle Arti, aprendola anche a chi non aveva nobili natali e offrendo borse di studio per soggiornare a Roma e Parigi.
Anche la pubblica amministrazione venne riformata, suddividendo i governatorati in province e distretti per garantire un maggior controllo sul territorio. Nel 1785 fu emanata la ‘Carta della Nobiltà’, dove si riconoscevano importanti diritti ai nobili quali l’ereditarietà del titolo, il pieno potere sui servi della gleba e l’esenzione dalle tasse.
L’atteggiamento di Caterina II verso la Chiesa Ortodossa fu molto duro. Tutti i possedimenti terrieri della Chiesa furono confiscati, la religione venne esclusa dai programmi di educazione scolastica e oltre la metà dei monasteri ortodossi presenti in Russia fu fatta chiudere.
Rivoluzione Francese e fine delle ‘grandi riforme illuministe’
Il crescente radicalizzarsi delle idee illuministe, culminato con la Rivoluzione Francese e la pubblica decapitazione nel 1793 del Re Luigi XVI, determinarono una svolta reazionaria negli ultimi anni del regno di Caterina la Grande con l’introduzione di una severa censura verso i libri occidentali.
La Rivoluzione Francese e la morte di Caterina la Grande nel 1796 conclusero un secolo, il XVIII, di grandi trasformazioni per la società russa. Tanto Pietro il Grande quanto Caterina la Grande si impegnarono a fondo per modernizzare la Russia dotandola di istituzioni organizzate, una legislazione chiara e un vero sistema scolastico nazionale. Usi e costumi della nobiltà europea si diffusero anche nell’alta società russa, così come la produzione letteraria e filosofica.
Da tutti questi cambiamenti risultavano esclusi però i servi della gleba, che in una società rurale come quella russa rappresentavano la maggioranza della popolazione. Caterina la Grande avrebbe voluto riformare il sistema del servaggio ma era ben consapevole di non avere la forza per superare le resistenze dei boiardi.