Chi siamo

Vento Dell’Est è un’associazione volontaristica

Il nostro scopo è quello di contribuire a ristabilire e rafforzare i tradizionali rapporti di amicizia e collaborazione tra Italia e Russia, soggetti purtroppo in tempi recenti ad uno sciagurato deterioramento.

Posta al centro del Mediterraneo, l’Italia ha una naturale e vantaggiosa posizione di centralità a livello geopolitico che storicamente è spesso riuscita a sfruttare per stabilire proficue relazioni, anche in momenti molto complicati, con partner in tutto il mondo.

Oggi più che mai con l’emergere di nuove potenze economiche e la naturale evoluzione del mondo in senso multipolare è fondamentale volgere lo sguardo non solo ad Occidente ma anche, se non soprattutto, verso Est. Solo così è possibile garantire i nostri interessi nazionali.

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I campi nei quali la nostra associazione si propone di agire sono i seguenti:

Informazione

I media mainstream sono ormai ridotti a meri strumenti propagandistici al servizio dei loro finanziatori. Perciò è diventato fondamentale fare informazione libera, basata su una reale conoscenza degli argomenti trattati. Questo è il nostro scopo attraverso analisi obiettive e reportage dal campo.

Cultura

Nell’epoca del pensiero unico politicamente corretto che vuole cancellare tutto ciò che non sia omologato, ribadiamo con forza l’importanza delle identità, delle tradizioni e delle specificità culturali attraverso le quali ci proponiamo di costruire ponti comunicativi tra i popoli.

Solidarietà

Il nostro aiuto concreto, attraverso iniziative e missioni solidali, andrà a sostegno dei più deboli ed in particolare di chi soffre a causa di guerra e povertà. Siamo già attivi in Donbass, dove la popolazione è in lotta dal 2014 per la propria indipendenza dall’Ucraina, attraverso una serie di iniziative benefiche rivolte soprattutto a bambini e anziani.

Desideriamo promuovere attivamente una collaborazione costruttiva con tutti i singoli e le realtà associative che condividano i nostri principi fondanti, senza pregiudizi di natura politica o ideologica.

Breve storia delle relazioni tra Italia e Russia

Le relazioni tra Italia e Russia hanno radici profonde nel tempo che si estendono in vari ambiti. Uno dei più conosciuti ed importanti simboli della nazione russa, il Cremlino, è stato realizzato con il determinante contributo di architetti italiani. Ed è sempre al genio di un architetto italiano (Bartolomeo Rastrelli) che si devono capolavori come il Palazzo d’Inverno e la Reggia di Peterhof a San Pietroburgo.

I primi contatti diretti tra i due popoli risalgono al XII secolo con le repubbliche marinare di Venezia e Genova che si contendevano il controllo dei porti della Crimea, dove a tutt’oggi è presente una piccola comunità italofona. Fu proprio la Repubblica di Venezia nel 1711 ad aprire il primo consolato russo in terra italiana, seguita a stretto giro da Regno di Napoli, Regno di Sardegna e Granducato di Toscana.

Quando nel 1908 un devastante terremoto colpì la città di Messina tra i primi soccorritori ad intervenire ci furono i marinai della flotta imperiale russa che si trovava di stanza nel Mediterraneo per un esercitazione. Con lo stesso spirito solidale nel momento più difficile dell’emergenza Covid a Marzo 2020 decine di medici russi arrivarono in Lombardia per aiutare i colleghi italiani.

Nonostante le forti differenza ideologiche, nel 1924 l’Italia fascista avviò relazioni diplomatiche con l’Unione Sovietica e nel 1960 l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi fu il primo capo di stato occidentale a recarsi in visita a Mosca nel dopoguerra.

Durante i governi presieduti da Silvio Berlusconi le relazioni politiche tra i due paesi vissero il loro periodo migliore, con l’Italia che riuscì a guadagnarsi il ruolo di mediatore tra Stati Uniti e Russia culminato con la firma di un importante accordo tra le due superpotenze durante un summit a Pratica di Mare nel 2002.

Nel 2011 si è svolto l’ ‘Anno dell’arte e della cultura italiana in Russia’ con centinaia di eventi in piazze, musei e teatri. Celebri sono i soggiorni in Italia degli scrittori Tolstoj e Dostoevskij.

Ad attrarre i russi è anche il costume italiano, come testimonia la loro passione per la nostra cucina, la nostra musica e la nostra lingua, che risulta la seconda più studiata dopo l’inglese.

Tutto ciò fa sì che il Belpaese sia una meta molto amata dai turisti russi, terza destinazione preferita (prima in Europa) dopo Turchia e Thailandia con oltre 800 mila presenze stimate nel 2018.

Molto forti sono anche i legami dal punto di vista commerciale. L’Italia è il terzo partner della Federazione Russa (dopo Cina e Germania) con un volume d’affari complessivo di oltre 20 miliardi di euro nel 2017. Gli inizi della cooperazione industriale moderna risalgono agli anni 60 con l’apertura di uno stabilimento automobilistico Fiat presso la città russa di Togliatti, chiamata così in onore dell’ex-leader del Pci.

Con il crollo dell’Unione Sovietica la cooperazione economica crebbe velocemente sfruttando la rispettiva complementarità dei due paesi: Russia ricca di materie prime ma carente nel settore manifatturiero e Italia con le caratteristiche opposte. L’export italiano in Russia coinvolge principalmente i settori meccanico, tessile e farmaceutico oltre alle tradizionali ‘tre A’ (abbigliamento, alimentare, arredamento) simbolo del Made in Italy.

Fino al 2021 erano presenti oltre 400 imprese italiane nella Federazione Russa e gli investimenti russi in Italia davano lavoro ad oltre 16mila persone soprattutto nei settori siderurgico, immobiliare ed energetico. Proprio quest’ultimo rappresenta il più importante nel quadro delle relazioni politico-economiche tra i due paesi. I primi contratti vengono firmati in piena Guerra Fredda per poi rafforzarsi nel tempo fino a portare la Russia ad essere il principale fornitore energetico nazionale con una quota di circa il 15% degli acquisti totali di petrolio e del 40% di gas.

La cooperazione subisce un primo rallentamento in seguito alle sanzioni imposte dall’Unione Europa alla Russia a causa della riunificazione con la Crimea. Secondo una stima della CGIA di Mestre il valore economico delle perdite nelle esportazioni tra il 2014 e il 2015 si aggirerebbe intorno ai 648 milioni di euro. Ma il peggio doveva ancora arrivare. L’ondata di sanzioni anti-russe in seguito all’avvio dell’operazione militare speciale in Ucraina nel Febbraio 2022 ha generato un effetto boomerang andando a colpire le economie europee, quella italiana in particolare, molto più duramente di quanto non abbia danneggiato la Russia stessa. Per non parlare degli aumenti nel costo dell’energia che hanno messo in grave crisi aziende, esercizi commerciali e famiglie.

Quando l’isteria russofoba promossa dai centri decisionali occidentali avrà fine ci sarà da lavorare molto per riportare al tradizionale livello di amicizia le relazioni tra i due popoli.